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Troy è caduto in allenamento, procurandosi una frattura all’anca e demolendo la moto.

L’australiano, infatti, ha raccontato a Mcnnews.com: “Stavo girando sulla pista del Wakefield Park con la Ducati Final Edition e avevo solo 30 minuti a disposizione. Il tracciato era in pessime condizioni, aveva piovuto e l’asfalto si stava asciugando, e non è un buona pista con tutto il materiale diverso che hanno usato per l’asfalto. La giornata si è conclusa con una grossa caduta, nonostante avessi buone sensazioni sulla moto. Ho distrutto la moto e ho fatto un bel ruzzolone, e ho rimediato la frattura di un’articolazione dell’anca, e questo non va bene. Non avrò bisogno di altri incidenti nelle prossime cinque settimane”, ha concluso con il solito humor che lo contraddistingue. Bayliss disputerà la stagione con il team DesmoSport Ducati, di cui è co-proprietario insieme a Ben Henry e guardando alla stagione, il tre volte campione del mondo di Superbike ha dichiarato: “Vorrei fare bene. La cosa più importante sarà essere competitivi e stare davanti. Se andasse così sarei dannatamente felice. È bello lottare per le prime posizioni, questa è la cosa principale”.

Il primo fine settimana di gare sarà a Phillip Island, in concomitanza proprio con la Superbike, dal 23 al 25 febbraio, e sarà il suo fine settimana “di casa”: “Sarà abbastanza strano, ma anche emozionante. Solitamente inizio sempre bene la stagione e su questa pista ho molta esperienza, quindi già dal primo round potrò farmi un’idea su quello che mi aspetta. Se faticherò a Phillip Island vorrà dire che la stagione sarà piuttosto impegnativa”.

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Nelle due giornate dei test invernali dell’ASBK (Australian Superbike) Troy Bayliss ha ottenuto un incoraggiante decimo tempo, a 1″2 dal giro veloce firmato da Glenn Allerton, con la BMW.
Troy ha bisogno di togliersi la ruggine di dosso e mettere a posto la Ducati Panigale, per altro non favorita dalle caratteristiche del tracciato.

Nelle due giornate di Phillip Island erano previste otto sessioni di mezz’ora ciascuna, tempo un pò troppo esiguo per Troy che avrebbe avuto bisogno di passare maggior tempo in pista. L’ultima uscita ufficiale, in pista stata nel 2015 quando a Phillip Island e Buriram sostituì l’infortunato Davide Giugliano, concludendo le quattro gare ai margini della top ten.

Con la Ducati Panigale schierata da Desmosport nella prima uscita Troy ha compiuto dieci giri, il migliore dei quali in 1’35″498. Nel secondo turno è rimasto in pista per appena sei passaggi. Nella terza sessione ha alzato il ritmo, scendendo fino a 1’34″917, nona prestazione assoluta. Nella quarta e ultima uscita ha percorso sette giri, miglior riferimento 1’35″347 contro 1’33″252 di Maxwell, migliore prestazione di giornata.

Nella quinta sessione, la prima di mercoledi 31 gennaio, Troy ha girato in 1’35″040, contro 1’34″917 che era stata la migliore prestazione del giorno precedente. Poi si è progressivamente sciolto: 1’34″307, 1’34″434 fino a 1’33″950 nella ottava e conclusiva uscita. In tutto ha compiuto 69 giri, la distanza di tre gare Mondiali. I margini di miglioramento dunque sono evidenti, anche se quest’anno il livello dell’ASBK è altissimo.

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Le due gare odierne si sono svolte in condizioni calde, con una temperatura dell’asfalto di 42° per quanto riguarda la prima manche.

Bayliss, dodicesimo in griglia, è partito velocemente ed era settimo al termine del secondo giro. Il pilota australiano ha battagliato con molti altri piloti, inclusi Torres, Guintoli e Sykes. La prestazione della gomma ha cominciato a calare a metà gara circa e nell’ultima fase della corsa Troy ha cominciato a perdere terreno. Il tre volte campione del mondo Superbike ha chiuso questa prima gara quindi in tredicesima posizione finale.

Nella seconda manche, in condizioni meteo climatiche molto simili a quelle della prima gara, Bayliss ha recuperato alcune posizioni nelle prime curve ed era ottavo dopo i primi due giri. Così come nella prima manche, la gomma ha iniziato a deteriorarsi verso la metà della gara, ma questa volta in modo più evidente. Di conseguenza il pilota australiano ha dovuto tornare al suo box al 13simo giro per cambiare la gomma. Rientrato in pista in 18sima posizione, Troy non ha potuto recuperare molto nei pochi giri rimasti, ed ha tagliato il traguardo in sedicesima posizione finale.

Troy Bayliss ha ottenuto 3 punti, posizionandosi 19simo in classifica.

Troy Bayliss (Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team #21)
Ho un mix di emozioni alla fine di questo weekend. Sono venuto qui per divertirmi, per i tifosi e per il circuito di Phillip Island. Pensavo che forse non avrei avuto più il passo per correre con tutti i giovani piloti che ci sono nel campionato attualmente, ma ho visto che sono ancora veloce e se non fosse stato per l’usura delle gomme, penso che avrei potuto fare molto di più. E’ un peccato non aver avuto a disposizione più tempo in pista, e ovviamente non ho avuto il tempo necessario per prepararmi al 100% anche dal punto di vita fisico. Però tutto sommato, è stato un weekend molto positivo e sotto molti punti di vista mi sono divertito come nel 2008. Ringrazio la Ducati per avermi dato la possibilità di correre ancora una volta e ringrazio tutti i tifosi ed i ducatisti per il loro sostegno.

Stefano Cecconi – Team Principal
Ovviamente un ringraziamento particolare va a Troy, per quello che ha fatto. E’ stato un mito all’altezza della sua leggenda.

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Troy Bayliss ha migliorato decisamente i tempi di ieri. Troy sta incominciando a trovare il giusto ritmo con la sua Panigale R e nonostante abbia perso tutta la sessione di ieri mattina, si è migliorato di quasi un secondo, concludendo in diciassettesima posizione (1’32.529) e qualificandosi per la Superpole 1.

Il pilota Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team ha sfruttato la sessione di prove libere svoltasi nel primo pomeriggio per apportare piccoli raffinamenti alla moto, prima delle Superpole. Verso la fine del turno Bayliss è purtroppo scivolato alla curva 9, ma fortunatamente senza riportare conseguenze fisiche. Con tempi in linea con la temperatura dell’asfalto, molto più alta (43°C), Troy ha chiuso dodicesimo.

Superpole 1: Troy Bayliss ha partecipato nella prima delle due Superpole. Ha completato un primo giro con la gomma da gara, grazie al quale si è trovato in sesta posizione con un tempo di 1’33.268. Tornato in pista con la gomma da qualifica, l’unica a disposizione in questa prima sessione, il pilota australiano ha fatto registrare un crono di 1’32.201, che gli ha permesso di chiudere al quarto posto, assicurandosi quindi la quattordicesima posizione in griglia per le due gare di domani.

Troy Bayliss (Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team #21) – 14° (1’32.201)
“Oggi è andata decisamente meglio rispetto a ieri. Siamo riusciti a percorrere qualche buon giro e mi sono sentito maggiormente a mio agio sulla moto. Nelle prove libere sono caduto ed è stato un high side notevole, ma per fortuna sono atterrato bene e non mi sono fatto nulla. Mi è dispiaciuto non essere entrato in Superpole due, ma sono ugualmente felice perché non utilizzavo le gomme da qualifica da lungo tempo e ci vuole del tempo per prendere confidenza con quel tipo di gomma. Sono certo che potremo compire ulteriori miglioramenti anche domani. Le alte temperature previste per domani saranno un fattore da tenere certamente in considerazione, ma saranno le stesse per tutti e quindi dobbiamo solo aspettare e vedere cosa potremo fare…”

Programma del weekend (CET +10):

Domenica
09.20 – 09.35 – SBK Warm-up
12.00 – SBK Gara 1
14.40 – SBK Gara 2

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eni FIM Superbike World Championship 2015
Swann Insurance Australian Round
Phillip Island Grand Prix Circuit, Classifica Prove Libere 1-2

01- Alex Lowes – Voltcom Crescent Suzuki – Suzuki GSX-R 1000 – 1’30.855
02- Jordi Torres – Aprilia Racing Team Red Devils Aprilia RSV4 RF – + 0.359
03- Tom Sykes – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R – + 0.548
04- Leon Haslam – Aprilia Racing Team Red Devils – Aprilia RSV4 RF – + 0.611
05- Jonathan Rea – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R – + 0.686
06- Nico Terol – Althea Racing – Ducati Panigale R – + 0.759
07- Michael van der Mark – Pata Honda World Superbike Team – Honda CBR 1000RR SP – + 0.838
08- Chaz Davies – Aruba.it Racing Ducati Superbike Team – Ducati Panigale R – + 0.893
09- David Salom – Team Pedercini – Kawasaki ZX-10R – + 1.000
10- Randy De Puniet – Voltcom Crescent Suzuki – Suzuki GSX-R 1000 – + 1.026
11- Leon Camier – MV Agusta Reparto Corse – MV Agusta F4 – + 1.280
12- Sylvain Guintoli – Pata Honda World Superbike Team – Honda CBR 1000RR SP – + 1.474
13- Sylvain Barrier – BMW Motorrad Italia Superbike Team – BMW S1000RR – + 1.538
14- Matteo Baiocco – Althea Racing – Ducati Panigale R – + 1.710
15- Leandro Mercado – Barni Racing Team – Ducati Panigale R – + 2.205
16- Matt Walters – Team Pedercini – Kawasaki ZX-10R – + 2.236
17- Roman Ramos – Team Go Eleven – Kawasaki ZX-10R – + 2.338
18- Troy Bayliss – Aruba.it Racing Ducati Superbike Team – Ducati Panigale R – + 2.635
19- Jed Metcher – Race Center Demolition Plus – Kawasaki ZX-10R – + 2.959
20- Niccolò Canepa – Team Hero EBR – EBR 1190RX – + 3.119
21- Santiago Barragan – Grillini SBK Team – Kawasaki ZX-10R – + 3.466
22- Larry Pegram – Team Hero EBR – EBR 1190RX – + 3.739
23- Gabor Rizmayer – BMW Team Toth – BMW S1000RR – + 3.778
24- Christophe Ponsson – Grillini SBK Team – Kawasaki ZX-10R – + 5.261
25- Imre Toth – BMW Team Toth – BMW S1000RR – + 5.844

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L’Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team, pur non avendo previsto in un primo momento la sostituzione del pilota romano, ha voluto accettare la richiesta di Troy Bayliss, che desiderava partecipare alla gara Superbike di Phillip Island, in celebrazione del venticinquesimo anno di Superbike sul circuito australiano e per salutare ancora una volta i suoi tifosi, che lo hanno supportato con entusiasmo in tutta la sua carriera. Il quarantacinquenne campione australiano non corre in Superbike dalla fine del 2008, quando vinse il suo terzo titolo mondiale con la Ducati. Troy ha vinto 52 gare in Superbike durante la sua carriera, sei delle quali a Phillip Island, ed è rimasto un testimonial fedele della casa di Borgo Panigale e sempre attivo nel mondo delle corse, vincendo lo scorso anno il titolo australiano in Dirt Track. L’ultima volta che Bayliss ha guidato la Panigale è stato durante un test sul circuito del Mugello nel maggio 2014.

Troy Bayliss (Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team #21)
“Innanzitutto sono davvero dispiaciuto per Davide, ed è un vero peccato che proprio ad inizio stagione non potrà dimostrare il suo talento su questo circuito. Il desiderio di poter salutare di nuovo in pista il mio pubblico e tutti i tifosi Ducatisti è stato sempre forte da quando ho smesso di correre, e in più durante questo weekend, Phillip Island, una dei miei circuiti preferiti, celebra il venticinquesimo anno di gare Superbike. Per questo mi è venuta l’idea di fare questa “wild card” e di tornare a lavorare ancora con i tecnici della squadra Ducati SBK. So che sarà un weekend molto impegnativo, anche perché è un po’ di tempo che non guido la Panigale R Superbike, ma conosco bene la pista e quindi spero di trovare il ritmo giusto dopo qualche giro. Cercherò di divertirmi e naturalmente farò del mio meglio per ottenere un buon risultato e fare un bello show per tutto il mio pubblico.”

L’attività in pista inizierà venerdì con le prime due sessioni di prove cronometrate. L’evento rappresenta anche il venticinquesimo anniversario per il mondiale Superbike sullo spettacolare tracciato di Phillip Island, e sono in programma varie iniziative nel corso del weekend per celebrare questa ricorrenza.

World Superbikes - Round Two

Era il 15 gennaio 2007. Il Team Ducati Xerox era a Phillip Island per i test pre-campionato e alle 6 di mattina dell’ultimo giorno di prove Troy Bayliss bussò alla porta della villetta in cui dormiva Ernesto Marinelli.

Anche quell’anno il modenese era ingegnere di pista di Bayliss, e dormiva nel paese di Cowes, poco più di cinque chilometri a nord del circuito australiano.
Ernesto – disse Troy eccitato come un bambino la mattina di Natale – datevi una mossa. Oggi le condizioni sono buone per fare il record della pista.
Non aveva tutti i torti, perchè il cielo era un pò nuvoloso e la temperatura abbastanza bassa: la situazione meteorologica ideale per andare forte a Phillip Island, dove il sole, anche se tenue, scalda l’asfalto fino a renderlo incandescente.

Quella mattina l’australiano si era svegliato in quello che Marinelli chiama “record mode”. Alle otto e mezza era già scalpitante nel box con la tuta addosso. In pista, il semaforo verde, quello che indica l’apertura del tracciato alle moto, era ancora spento e si sarebbe accesso alle 9.

Quaranta minuti dopo, alla terza uscita, Troy fece ciò che attendeva dalle 6 del mattina: il record, ufficioso, del tracciato.
Il suo tempo fu inarrivabile: 1’30″710. Un riferimento pazzesco per l’epoca. Basti pensare che lo scorso anno (2013) Carlos Checa ha siglato in Superpole il giro più veloce del tracciato di Phillip Island col tempo di 1’30″231.

Troy fece quel 30″7 con una Ducati di tre generazioni più vecchia della Panigale guidata dallo spagnolo, perchè guidava una 999 F07, e soprattutto con gomme sei generazioni più vecchie di quelle attuali.

Rientrato nei box, visibilmente soddisfatto del suo tempo, Troy disse: “Ok, adesso facciamo la simulazione di gara così poi me ne torno a casa mia.

Quel giorno l’australiano fece qualcosa di incredibile, eppure non riuscì a replicarlo in gara un mese e mezzo dopo. Anche se vinse in gara 1 e arrivò in volata con James Toseland in gara 2.

Quel giorno, Bayliss dimostrò che convinzione di un pilota può far fare grandi cose. Ma anche che Phillip Island nessuno guidava come lui, Troy faceva la differenza nelle curve più veloci del tracciato. Nella numero 3 (la Stoner), che si affronta in quinta marcia a 240 all’ora, nella numero 8, da quarta a 210, e nella numero 12, dove a centro curva, in quinta, si è a oltre 180 all’ora e dalla quale Troy spesso usciva con le ruote oltre il cordolo.

Il suo punto di forza, ovunque, erano i curvoni veloci, dove bisogna tenere aperto. E Phillip Island esaltava questa sua caratteristica. Ma lo metteva anche in crisi, perchè accusava più dei suoi avversari problemi di “blistering“, cioè il distacco di parti del battistrada della gomma posteriore: stressava il posteriore più di tutti, perchè dava più gas degli altri.

Non a caso Troy Bayliss è il secondo pilota più vittorioso di sempre sul tracciato di Phillip Island.

 

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Una Panigale che batte in pista una Formula 1?
E’ quello che è successo oggi a Sydney durante il Top Gear Festival in cui Troy Bayliss in sella alla sua Ducati 1199 Panigale ha battuto Daniel Ricciardo alla guida della sua Red Bull F1.

Un grande show di motori e un grande risultato per il binomio tutto rosso Troy-Panigale.

Complimenti eroe Ducati

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Highlights del Troy Bayliss Classic 2014.