La gita premio

Apparentemente la gara di Valencia in Motogp non sembra altro che una gita premio per il campionato Superbike appena vinto, ma sin dalle prove libere il centauro di Taree dimostra un immediato feeling con la moto e con le gomme Bridgestone, a lui completamente sconosciute. Grazie alla magnifica messa a punto dell’Ing Ernesto Marinelli ottiene un incredibile ottavo tempo al termine della prima sessione di prove libere.
In qualifica Bayliss sorprende il Mondo ingaggiando una feroce lotta per la pole position con Valentino Rossi e solo nel finale il sette volte iridato riesce ad aver ragione del forte australiano, però ancora c’è scetticismo per la gara, i più infatti pensano ad una prestazione casuale e che la gara avrebbe riportato in auge i protagonisti abituali, ma Troy non la pensa certo così…
Al via l’aussie prende immediatamente il largo scattando a meraviglia dalla seconda piazza, mentre alle sue spalle si scatena la bagarre, con Capirossi, Melandri, Hayden e Pedrosa intenti a battagliare per contendersi le posizioni alle spalle di Troy.

Sembra fantascienza: un pilota che prima di questo week-end non aveva mai guidato la Ducati Motogp del 2006 e che mai aveva corso le Bridgestone, è in testa con un secondo di vantaggio dopo solo un giro, ma Troy non si accontenta di qualche tornata al comando, il suo obiettivo è molto più ambizioso.
Intanto dopo un contatto in partenza con Rossi, scattato malamente dalla pole, sta rimontando imperiosamente lo statunitense Nicky Hayden che contende proprio a Valentino il mondiale 2006; il vincitore di Assen e Laguna Seca è scatenato: fulmina Capirossi e dopo aver ricevuto strada dal compagno di squadra Pedrosa si mette in scia a Troy Bayliss.
Nicky però viene avvertito dai box, che il suo rivale per la corona iridata è scivolato a terra, per cui l’americano opta per non forzare eccessivamente, mentre Bayliss decide di aumentare ulteriormente il ritmo ed inizia ad allontanarsi nuovamente dal gruppo.

L’unico in grado di seguirlo è Loris Capirossi, che rimonta con facilità fino al secondo posto e sembra in grado di poter prendere il comando delle operazioni, ma è solo un illusione temporanea, infatti Troy sta solo controllando la situazione e tiene l’italiano a distanza di sicurezza, intanto i giri passano.
15 giri, 20 giri, Capirossi le prova tutte, ma Bayliss è sempre là davanti, irraggiungibile…25 giri….la situazione non cambia di una virgola, Troy mantiene saldamente la sua leadership nonostante i costanti tentativi del compagno di squadra per raggiungerlo.
Il ritmo tenuto dai due è allucinante, tanto che la Honda del futuro campione del Mondo Nicky Hayden, che viaggia in terza posizione, accusa quasi 10 secondi di ritardo dal duo Ducatista che continua a menare le danze senza indecisioni..
Ancora pochi giri alla fine, 3 giri, poi solo 2, ultimo giro…la bandiera a scacchi sembra non arrivare mai, ma l’australiano non sembra sentire la pressione e guida con impressionante naturalezza, pennellando le pieghe dell’autodromo spagnolo senza incertezze.
Ecco l’ultima curva, la più difficile…Troy la imposta senza incertezze e spalanca il gas per lanciarsi veloce sul rettilineo di partenza, dove finalmente la bandiere a scacchi saluta il suo trionfo: Troy Bayliss ha vinto la sua prima gara in Motogp.

Nel box Ducati esplode la gioia di Paolo Ciabatti (responsabile del progetto Ducati Superbike), Ernesto Marinelli (capo-tecnico di Troy) e Davide Tardozzi (team manager Ducati Superbike), che hanno accompagnato Troy in questa sortita in Motogp, mentre l’australiano come suo solito festeggia la sua vittoria senza eccessi, forse consapevole di aver semplicemente dimostrato al Mondo il suo reale valore in Motogp.

Un successo comunque incredibile ottenuto grazie ad una determinazione e da un talento impareggiabili, un successo che sa di rivincita per un passato recente troppo ingrato nei confronti dell’australiano.
Un successo epico che cambia la storia della moto, infatti non era mai successo che un pilota vincesse nello stesso anno il campionato di Superbike ed una gara di Motogp, inoltre non era mai capitato che un pilota riuscisse nello stesso anno ad imporsi sullo stesso tracciato con una Superbike ed una Motogp (nella storia recente solo Freddie Spencer riuscì in imprese simili), un successo che consacra Troy tra i più grandi interpreti di sempre del motociclismo.

Riccardo Dalmonte
Alias: Take it easy


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