Nel 2007, Troy Bayliss sempre in sella alla vetusta 999 del team Ducati Xerox è il pilota da battere, ma oltre agli avversari abituali del 2006, c’è una grande novità, ossia l’approdo nella classe Superbike di Max Biaggi in sella alla Suzuki gestita dal forte e professionale team diretto da Francis Batta sostituendo Troy Corser a sua volta passato nelle fila del team Yamaha Italia; insomma si preannuncia un Mondiale entusiasmante con il campione del Mondo in carica più determinato che mai a difendere la corona iridata.
Ma la prima gara offre uno scenario molto deludente per i ducatisti, infatti nel giorno della prima vittoria di Biaggi, Bayliss va incontro ad un weekend da dimenticare sul fronte delle prestazioni chiudendo le gare in quinta ed ottava posizione, però che davvero preoccupa è che Troy causa anche le nuove gomme Pirelli più veloci, ma più delicate dell’anno precedente, non è mai stato in grado di inserirsi nelle posizioni da podio.
L’onore della Ducati viene parzialmente salvato dal compagno del centauro di Taree, ossia il confermato Lorenzo Lanzi che conquista un terzo posto, che però non consola molto la squadra di Borgo Panigale, che medita il riscatto nella successiva gara in Australia, nella terra natia del suo pilota di punta ed il campione del Mondo non delude certo le attese inserendosi con costanza nelle prime posizioni, per poi scatenarsi in Superpole facendo segnare una pole position strepitosa, ma non sono tutte rose e fiori per Troy, infatti in tutti i turni di prove la 999 accusa un anomalo consumo delle coperture.
Con questa incognita parte la prima manche, che vede svettare in testa al gruppo la Suzuki di Biaggi, ma nel giro di poche curve i “senatori” della Superbike ricacciano indietro il nuovo venuto con James Toseland su Honda che s’insedia in testa seguito d’appresso dalla Yamaha di Corser e dalla Ducati di un circospetto Bayliss che sta tentando di non forzare troppo il ritmo per salvaguardare le sue gomme morbide.
La competizione non subisce particolari scossoni fino a metà gara, quando Troy decide di passare all’attacco e supera il suo omonimo con una bella staccata in fondo al rettilineo di partenza ed inizia a pressare Toseland, mentre il suo connazionale rimane vittima della fragilità delle gomme e scivola fino alla quinta posizione.
A quattro giri dalla fine il campione in carica opta per sferrare l’attacco decisivo a James, ma questi si difende duramente, determinato più che mai a non cedere la posizione, ma il centauro di Taree è scatenato ed il giro seguente passa di forza il rivale, conquistando così una determinante vittoria scaccia crisi.
In seconda manche Toseland si prende la rivincita su Troy, precedendolo di pochi decimi sulla linea di arrivo dopo una gara caratterizzata da grandi tatticismi dovuti ai problemi di usura dei pneumatici, poi dopo un mese di pausa si va a Donington Park.
Un circuito assente da ben sei anni dal circo della Superbike e su cui Bayliss non ha mai vinto nemmeno nei suoi trascorsi nel campionato SBK britannico.
Il due volte iridato è deciso a sconfiggere questa maledizione e domina tutte le sessioni di prova e ridimensiona la concorrenza facendo segnare una pole position stratosferica, ma quello che in apparenza sembra un weekend trionfale, riserverà una sgradita sorpresa al centauro ducatista.
Al via Troy ribadisce la sue leadership comandando il plotone delle moto all’ingresso della prima curva per poi impostare un ritmo sostenuto che sembra fiaccare la resistenza di tutti gli avversari, ma proprio quando nessuno se lo aspetta, le telecamere inquadrano il pilota australiano rovinato a terra, mentre scivola nella terra di una via di fuga.
Dopo qualche secondo Bayliss si riprende e torna ai box sulle sue gambe, ma la sua situazione medica è molto più drammatica di quanto si poteva intuire, infatti durante la caduta la moto gli ha maciullato il dito mignolo della mano destra, come se non bastasse il campione ha riportato una forte contusione all’inguine.
Sono ferite che metterebbero fuori gioco chiunque, ma non certo Troy Bayliss che si presenta in clinica mobile chiedendo ai medici, di amputargli subito ciò che era rimasto del suo dito mignolo per consentirgli di tornare in pista nella seconda manche, dando una prova di coraggio e determinazione che lascia allibiti tutti i presenti.
Fortunatamente i sanitari convincono l’australiano a desistere dal suo tentativo di tornare in corsa e lo ricoverano in ospedale dove vengono amputate due falangi del dito martoriato e gli vengono curate le gravi ferite all’addome, ma la mente di Troy è già a Valencia, ossia il teatro della quarta prova del Mondiale.
Le prove del venerdì sono caratterizzate da un tempo sereno, ma poco dopo un fulmine bianco rosso stravolge questa quieta giornata; questo fulmine è la Ducati 999 f07 numero 21 guidata da Troy Bayliss che dopo soli quattro giri di assaggio si impossessa della prima posizione e chiude la giornata con il miglior tempo.
I ventilati problemi di adattamento per via delle ferite riportate, non sfiorano lontanamente il formidabile aussie che successivamente confermerà la sua leadership conquistando la pole position per la gara di domenica.
Purtroppo le mutevoli condizioni del tempo impediscono al ducatista di trovare la corretta messa a punto ed in gara deve accontentarsi di un terzo ed un sesto posto che apparentemente possono sembrare risultati eccezionali visto la precaria condizione fisica del pilota, ma l’australiano non è certo soddisfatto e si presenta nel successivo weekend di gara sul circuito olandese di Assen determinato a vincere.
Nella prima manche Troy è stabilmente nel gruppo di testa, ma l’ennesimo problema alle gomme lo costringe in quarta posizione; questo però non scoraggia l’iridato e dopo aver montato le gomme più dure fornite dalla Pirelli, si butta nella mischia di gara due.
Per i primi dieci giri l’australiano gioca d’attesa nella speranza di non logorare troppo i pneumatici, poi nel corso del dodicesimo passaggio passa all’attacco e distanzia il leader del mondiale Toseland di un secondo in un solo giro.
Il britannico però non ha alcuna intenzione di rinunciare al successo e dopo pochi passaggi raggiunge il rivale; i due si studieranno fino a tre giri dal termine quando James passa all’attacco e sorpassa di forza Bayliss, ma l’australiano risponde al suo giovane rivale superandolo nella curva successiva, il tutto mentre le due moto viaggiano a velocità di circa 220 km/h.
Il giro successivo è una ripetizione di quello precedente, ormai è chiaro che tutto si risolverà solo all’ultima tornata e così sarà: Toseland attacca nuovamente il campione del mondo in carica nella stessa curva dei giri precedenti e blocca il tentativo di reazione del pilota della Ducati.
L’inglese sente di avere la vittoria in pugno, ma Troy non si è ancora arreso e percorre perfettamente l’ultima chicane, l’iridato vuole questa vittoria a qualsiasi costo.
Le due moto arrivano appaiate sul traguardo e con un entusiasmante sprint finale è la sempreverde 999 numero 21 a tagliare per prima il traguardo tra l’incredulità generale e del box Ten Kate che già stava esultando in corsia box.
E’ una vittoria che pone fine ad un periodo negativo per Bayliss, il primo dopo l’amputazione del dito mignolo e che da il là ad un clamoroso tentativo di rimonta da parte del campione del mondo in classifica generale.
Dopo il successo in terra olandese, seguirà un doppio podio a Monza ed un altro successo nel nubifragio di Silverstone, dove Troy s’impone con facilità regolando sul traguardo le due Yamaha di Haga e del redivivo Corser.
Purtroppo le avverse condizioni meteorologiche impedisce lo svolgimento della seconda manche, togliendo all’australiano la possibilità di bissare la vittoria della prima frazione.
Tre settimane dopo si corre a Misano in condizioni meteo opposte all’appuntamento precedente, infatti in riva all’Adriatico il sole brilla alto nel cielo per tutto il weekend e la temperature è degna di un deserto africano e la cosa preoccupa non poco la Ducati che teme un usura eccessiva delle gomme.
Ma i tecnici di Borgo Panigale sono i migliori sulla piazza e mettono a punto un assetto perfetto che consente alla 999 di Bayliss di poter viaggiare veloce e senza logorare troppo le coperture, la conseguenza di ciò è che l’iridato domina letteralmente tutto il fine settimana, giocando a piacimento con gli avversari e distanziandoli nei momenti decisivi, facendo segnare una clamorosa doppietta che riapre i giochi per il campionato che sembravano chiusi dopo la gara di Donington.
Purtroppo la dose di buona sorte che assisteva la rossa n.21 sembra esaurirsi nel successivo weekend sulla pista ceca di Brno, vera bestia nera della vetusta Ducati 999 e Troy torna dalla trasferta ceca con solo un 5° posto ed una caduta causata da Carl Muggeridge.
La settimana dopo sul difficile circuito inglese di Brands Hatch il campione in carica si riscatta facendo segnare una straordinaria pole position davanti al capoclassifica James Toseland, la gara però è un’altra storia: Honda, Yamaha e Suzuki sono di un altro pianeta
In gara 1 Troy cerca in tutti i modi di reggere il passo, ma al quarto giro rovina a terra ed il settimo posto ottenuto in gara 2 affossa definitivamente ogni velleità di titolo iridato.
L’australiano nonostante non possa più difendere la sua corona iridata non si demoralizza e si presenta in Germania con l’obiettivo di chiudere al meglio la stagione.
Nella prima manche l’australiano domina indisturbato per metà gara, ma ancora una volta è una gomma difettosa a vanificare gli sforzi del ducatista facendolo scivolare in quarta posizione.
In gara 2 l’iridato impone nuovamente la sua legge, ma Haga riesce a raggiungerlo ed a prendere le redini della corsa grazie ad un errore del ducatista, che però non si da per vinto e riparte a testa bassa alla caccia del nipponico per poi fulminarlo a poche tornate dal termine, tornando di nuovo alla vittoria dopo tre mesi di digiuno..
La penultima corsa del campionato si tiene sul nuovo circuito di Vallelunga vicino a Roma e rappresenterà una tappa storica per Bayliss e per la 999: qui infatti l’australiano ottiene l’ultima pole position e l’ultima vittoria in sella alla gloriosa 999, domando in gara 2 un Biaggi determinatissimo che dopo aver vinto la prima manche proprio davanti al ducatista, tenta in tutte le maniere di sorprendere il campione del Mondo, ma Troy resiste ad ogni attacco e costringe all’errore il romano che dopo una leggera divagazione fuori pista è costretto ad alzare bandiera bianca ed a piegarsi alla classe del fuoriclasse ducatista che conduce la sua vecchia e fidata 999 verso la sua ultima ed indimenticabile vittoria.
Ma la stagione non è ancora finita ed a Magny Cours, Bayliss pur non vincendo esalta il pubblico con un sorpasso allucinante ai danni di Neukirchner, per poi prodursi in un duello a suon di gomitate con Corser che alla fine deve cedere, anche se con l’onore delle armi.
Nell’ultima manche stagionale Troy chiude con uno spento quinto posto in gara 2, ma è solo una piccola ombra in un campionato esaltante in cui l’australiano ha superato innumerevoli avversità, conquistando ben sette vittorie ed il quarto posto finale nel mondiale; un quarto posto che però sa d’impresa.
Riccardo Dalmonte
Alias: Take it easy